La prima, vera pagina dedicata alla fotografia e alle storie nascoste dietro di essa

LE FOTOGRAFIE CHE HANNO FATTO LA STORIA

Unabomber


Nel 1978 il professor Buckley Christ della facoltà della Northwestern University riceve un pacco anonimo: si tratta di un pacchetto apparentemente inviato proprio dal docente e tornato al mittente, ma Christ non riconosce la sua scrittura e sceglie di consegnarlo alla polizia dell’università per un controllo.

E’ quindi l’agente Terry Marker ad aprire il pacco che, a sorpresa, si rivela essere una bomba. Fortunatamente l’esplosione non è troppo violenta e Marker riporta solo lievi ferite alla mano.

Si tratta del primo ordigno, ancora molto rudimentale, progettato ed inviato da Theodore Richard Kaczynski, l’attentatore che diverrà noto con il nome di UNABOMBER.

La storia di Kaczynski è diversa da quella di numerosi assassini e terroristi: dotato di grandissima intelligenza (il suo quoziente intellettivo è di 165-170), l’uomo è considerato un vero genio. Laureato a soli 20 anni, con un master in matematica, l’uomo ha facile accesso ad una cattedra all’università di Berkeley dove insegna per alcuni anni.

A 26 anni è all’apice della sua carriera e potrebbe aspirare persino ad un posto come membro della facoltà, ragion per cui le sue improvvise dimissioni colgono tutti di sorpresa.

Theodore Richard Kaczynski da giovane

In appena un paio di anni la vita di Kaczynski  cambia radicalmente: abbandonati gli ambienti accademici e scolastici, Theodore ha smesso di lavorare e vive in una capanna in Montana, priva di elettricità ed acqua corrente, nutrendosi solo di caccia. Uno stile di vita essenziale, che ha da tempo iniziato ad instillare nella mente geniale di Theodore un’idea di vendetta contro la società moderna e corrotta.

E’ così che Kaczynski progetta i suoi primi ordigni che inizia ad inviare per l’America.

Dopo quello destinato al professor Christ, all’università viene lasciata una seconda bomba, creata con una scatola di sigari. Questa volta è uno studente ad aprire il pacco, innescando l’ordigno, che, fortunatamente ancora una volta, non miete vittime.

Una riproduzione fatta dall’FBI di una delle bombe create da Unabomber. Ogni bomba del dinamitardo era caratterizzata dalla presenza di legno, come rimando alla vita naturale.

E’ il 1979 quando una terza bomba, non innescata, costringe il pilota del volo 444 dell’American Airlines ad un atterraggio d’emergenza. Dato che una bomba su di un volo di linea è considerato reato federale, entra in gioco l’FBI che conia per la prima volta il nome UNABOM (University-Airlines-Bomber) che sarà poi variato dai giornali in Unabomber.

E’ proprio un agente dell’FBI, John Douglas, a profilare per primo l’attentatore: secondo la sua visione, si tratterebbe di un uomo solo, di grande intelligenza e con connessioni all’ambiente accademico, che agisce con l’intenzione di migliorare la sua tecnica per fare del male. Nonostante il profilo combaci alla perfezione con Theodore, i colleghi di Douglas pensano invece alle azioni di uno sprovveduto e lasciano il collega a seguire da solo la sua pista.

Passano alcuni anni prima che Theodore, o meglio: Unabomber, non colpisca nuovamente con tre ordigni piazzati in tre diverse università. L’attentatore ha affinato la sua tecnica e questa volta le bombe feriscono con maggiore violenza.

La prima bomba mortale miete la sua nel dicembre del 1985: un commerciante e proprietario di un negozio di Computer a Sacramento in California, vede un sacchetto di carta davanti al suo negozio, lo raccoglie, ma questo gli esplode in mano, uccidendolo.

Unabomber ha ucciso e l’ha fatto con la precisa intenzione di ammazzare, poiché l’ordigno, di fattura notevolmente migliore rispetto ai precedenti ordigni, conteneva chiodi, immessi con il preciso scopo di ferire e mutilare, tant’è che è proprio un chiodo che trapassa i polmoni della vittima raggiungendone il cuore.

Dopo una pausa, Kaczynski  torna a colpire il 20 febbraio 1987. Per la prima volta però, qualcuno lo nota, mentre abbandona uno dei suoi ordigni, permettendo la stesura di un primo identikit.


Forse spaventato da questo errore, il dinamitardo scompare di nuovo fino al 1993 quando, con i suoi nuovi ordigni, ferisce gravemente due persone e ne uccide altre due. La sua campagna è giunta al termine, è arrivato il momento di reclamare il perchè delle sue azioni con il famoso Manifesto, un testo di 35.000 parole dove si parla di odio verso il progresso, identificato nei computer, e del ritorno ad uno stile di vita più naturale dove la mente umana deve avere un ruolo fondamentale per il superamento delle difficoltà. Per raggiungere questo stato, sarebbe stato necessario portare la società a un collasso, per ripristinare il dominio dell’uomo sulle cose.

Kaczynski lo invia alle maggiori testate giornalistiche americane promettendo di cessare la sua attività dinamitarda in cambio della pubblicazione del testo.

Tra i numerosi lettori, ci sono anche David Kaczynski, il fratello di Theodore, e la moglie.Sono proprio loro a riconoscere in quelle parole, lo stesso modo di esprimersi di Ted e, dopo alcune indagini svolte autonomamente per accertarsi dei loro sospetti, lo denunciano all’FBI.

Il 3 aprile 1996 Unabomber viene dunque catturato nella sua capanna e processato per trasporto e detenzione di esplosivi e per omicidio. David aveva ricevuto garanzie di anonimità dall’FBI e che suo fratello non avrebbe saputo del suo voltafaccia, ma la sua identità trapela da CBS News nei primi giorni di aprile del 1996 senza che nessuno scoprisse mai l’origine della fuga di notizie.

Unabomber passerà la sua vita in carcere, dopo essere stato condannato all’ergastolo, morendo infine in galera il 10 giugno 2023.

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Volume dedicato alla “FASCIA DARK”, la rubrica più apprezzata dal pubblico. Una serie di racconti tratti da episodi veri e documentati sui più noti casi di cronaca nera che hanno segnato gli ultimi secoli.

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