La prima, vera pagina dedicata alla fotografia e alle storie nascoste dietro di essa

La corsa di Carletto Mazzone

Cosa ci fa questa foto su questa pagina? Questa è chiaramente una delle foto più sfruttate nel mondo di Internet e Facebook in Italia, ma spesso in maniera comica, se non addirittura trash. E allora: cosa ci da questa foto su questa pagina?
Cominciamo dal contesto: 30 settembre 2001. Quinta giornata del campionato di Serie A: al Rigamonti si gioca Brescia-Atalanta. È una partita di tempi che non ci sono più, in campo si muovono gli idoli di provincia: c’è Cristiano Doni e poi c’è Roberto Baggio, il giocatore che teneva incollati gli italiani agli schermi. Dirige Collina di Viareggio, nome che davanti alla parola arbitro obbliga all’articolo determinativo. In panchina si siedono da una parte Vavassori, dall’altra Carletto Mazzone.
Quel Mazzone che aveva plasmato un giovane Totti e che ebbe l’idea dello spostamento da mezzapunta a regista di centrocampo di Andrea Pirlo e che Guardiola indica come suo maestro.
La partita inizia ed è molto più che sentita. Baggio porta in vantaggio il Brescia, poi però i ragazzi di Vavassori pareggiano, ribaltano e, apparentemente, dominano portandosi sull’ 1-3. E allora gli ultras atalantini, forse sicuri del risultato iniziano con cori contro Mazzone. Lui sta lì, fermo, una statua.
Poi Baggio segna la rete della speranza. Mazzone si rianima e promette: “Se pareggiamo vengo sotto la curva”. Poi, quando i minuti di recupero sono già cominciati, Baggio s’inventa un goal su una punizione a giro. È il segnale: Mazzone non si trattiene più e corre: cercano di trattenerlo ma è impossibile, e lui, rosso in viso, urla “mortacci vostra, mortacci vostra”, arriva sotto alla curva dei tifosi ospiti, fa festa, viene espulso e squalificato, si consegna alla leggenda.
E’ memorabile. E’ controverso. E’ un’immagine comica eppure fortissima. Su Internet verrà pure usato come meme virale, ma qui c’è rinchiuso tutto il calcio vecchio stile. Con allenatori in tuta che con il loro carisma portano i campioni a giocare per loro e che combattono e giocano per l’orgoglio prima che per i soldi.
E allora sì, secondo me questa foto sta benissimo in questa pagina.

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