La prima, vera pagina dedicata alla fotografia e alle storie nascoste dietro di essa

L’ombrello di Wladyslaw Kozakiewickz

Giochi Olimpici 1980, Mosca.
Il polacco Wladyslaw Kozakiewickz vince l’oro nel salto con l’asta e risponde così al pubblico russo reo di averlo fischiato per gran parte della gara.
Kozakiewickz, originario di Vilnius ma di famiglia polacca, si era qualificato come grande favorito alla finale del salto con l’asta. 
Il pubblico sovietico, ovviamente, sosteneva l’atleta di casa Konstantin Volkov ed ogni volta che Kozakiewickz provava il salto fischi ed insulti erano tutti per lui.
Ma il polacco, gran talento, non si lasciò deconcentrare e compiuto il penultimo salto aveva già l’oro al collo. I suoi avversari, in primis il sovietico Volkov, si erano già arresi avendo trovato difficoltà a saltare diverse altezze. 
Kozakiewickz decise però di eseguire l’ultimo salto, ininfluente ormai. Superò anche questa volta l’asticella, ottenendo il primato mondiale, ed appena “atterrato” indirizzó verso il pubblico un plateale gesto dell’ombrello.
Subito scoppiarono le polemiche. 
Kozakiewickz ricevette l’appoggio della società polacca, risentita per il controllo russo sull’Europa dell’Est. L’ambasciatore russo in Polonia pretese che all’atleta venisse ritirata la medaglia d’oro per il suo insulto al popolo russo. Il governo polacco rispose affermando che il gesto fu dovuto da uno spasmo muscolare involontario causato dallo sforzo.
Non ci furono alcun tipo di ripercussioni per Wladyslaw. Nel 1984 si trasferí in Germania Occidentale dove vinse due titoli nazionali.
Alessandro Di Nardo

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