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L’incidente di Niki Lauda

1 Agosto 1976. Gran Premio di Germania,circuito del Nurburgring. Niki Lauda viene adagiato dai suo colleghi sull’erba umida ai lati della pista dopo essere stato estratto dall’abitacolo della sua Ferrari in fiamme. Ha il viso sfigurato. Qualche minuto prima, tentando di recuperare posizioni, ha perso il controllo alla curva Bergwerk (nel corso del tempo si è pensato alla rottura di una sospensione) impattando sul lato esterno roccioso della pista. L’urto, molto violento, ha fatto perdere a Lauda il casco, esponendolo alle fiamme sprigionatesi dai serbatoi della monoposto. La sua Ferrari è addirittura urtata dalla vettura del collega Harald Ertl, che si ferma a soccorrere l’austriaco assieme a Guy Edwards, Brett Lunger e il comasco Arturo Merzario. Quest’ultimo in particolare non sopporta Lauda. Quasi lo odia. Ma non ci pensa due volte a scendere dalla monoposto ed ad estrarre il collega dalla vettura in fiamme. Merzario riesce a slacciare le cinture liberando Niki dal rogo. Lo adagia poi, aiutato dagli altri piloti, sull’erba. Prova anche a praticargli una respirazione bocca a bocca. Il pilota Ferrari ha ustioni gravi specialmente sul viso e viene trasportato immediatamente in ospedale. Prima di salire sull’elicottero, in un attimo di lucidità, sussurra a Daniele Audetto, direttore sportivo Ferrari: “Dentro la mia automobile vi è una valigetta personale con tutti i documenti ed il testamento in caso di morte. Prendila ed occupatene tu”.
All’ospedale di Manheim, i medici, dopo averlo operato, pensano che non supererà la notte. Gli viene addirittura praticata per ben due volte l’estrema unzione. Tuttavia il campione riuscirà a sopravvivere. Pur con il viso sfigurato, tornerà a correre vincendo il Mondiale nel 1977 (Ferrari) e nel 1984 (McLaren).
Grazie ad Alessandro Di Nardo!

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