La prima, vera pagina dedicata alla fotografia e alle storie nascoste dietro di essa

LE FOTOGRAFIE CHE HANNO FATTO LA STORIA

La misteriosa morte del maestro del terrore

Edgar Allan Poe nel 1849

E’ il 3 ottobre 1849 quando Joseph W. Walker si imbatte in un uomo delirante per le strade di Baltimora. E’ un soggetto evidentemente “in grande difficoltà, e… bisognoso di immediata assistenza”, oltre che vestito con abiti luridi e chiaramente non suoi.

Accompagnato in ospedale, l’uomo in stato confusionale viene identificato come niente meno che Edgar Allan Poe, lo scrittore padre del romanzo poliziesco e della letteratura del terrore, colui che verrà considerato uno dei maggiori e più influenti scrittori statunitensi della storia.

Le sue opere però non sono sempre del tutto comprese dai suoi contemporanei e la critica nei suoi confronti, unita alla tragica morte della giovane moglie, lo hanno lasciato in uno stato di profonda depressione dal quale Edgar cerca di scappare rifugiandosi nell’alcool e nell’oppio.

Dall’aprile del 1849 tuttavia, Poe ha smesso di fare uso di sostanze con l’intenzione di disintossicarsi in vista di un nuovo matrimonio con Sarah Royster, eppure dopo soli 6 mesi, è stato ritrovato in stato confusionale da Joseph.

All’ospedale del Washington College, dove viene portato immediatamente, si cerca di ricostruire ciò che ha gettato lo scrittore in quella condizione, ma Edgar non riesce a collaborare: all’inizio, è delirante con brividi e allucinazioni, poi cade in coma.

Riesce a risvegliarsi, in uno stato di calma e di lucidità, ma non dura abbastanza per spiegare gli eventi che l’hanno portato al ricovero o il perché di quegli abiti sporchi. Ricade nel delirio, costringendo i medici ad immobilizzarlo. Rifiuta sia l’acool che l’acqua.

Il 7 ottobre 1849, dopo una notte di delirio in cui l’autore non fa che ripetere il nome “Reynolds”, Edgar Allan Poe si spegne senza aver mai fornito qualche indizio per poter ripercorrere i suoi ultimi giorni e spiegarne la morte.

I giornali dell’epoca liquidano rapidamente la sua scomparsa, attribuendo la causa ad una “congestione del cervello” o “infiammazione cerebrale”, eufemismi comuni per le morti dovute a cause come l’alcolismo, ma oggi sappiamo che non c’erano tracce significative di alcool nel suo sangue. 

Nascono quindi le più disparate teorie sulla sua dipartita: già dal 1872 l’idea più diffusa è che lo scrittore fosse stato rapito e costretto a bere alcool, per essere sfruttato ripetutamente come “elettore forzato” in una pratica illegale per poi morire di coma etilico o cirrosi epatica. Altri invece sostengono il contrario, ovvero un delirium tremens dovuto all’astinenza dall’alcool.

Altri ancora sostengono le loro idee come una tubercolosi, contratta dalla moglie, colera, neurosifilide, tumore al cervello o un trauma cranico causato da un pestaggio forse ad opera di rapinatori o forse dei fratelli di quella Sarah Royster con cui si progettavano nuove nozze.

L’ipotesi che più si avvicina però sembra essere la rabbia, i cui sintomi combaciano perfettamente con i deliri, i tremori e le allucinazioni che hanno afflitto Edgar nei suoi ultimi giorni. Probabilmente lo scrittore aveva contratto la malattia da qualche animale senza nemmeno accorgersene.

Nonostante il cadavere sia stato riesumato molte volte, la morte di Edgar Alla Poe rimane tuttavia un grande mistero irrisolto. Cosa ci faceva a Baltimora? Perché indossava abiti logori e non suoi? 

Tutti i documenti relativi al suo ricovero e alla sua scomparsa sono andati perduti, alimentando i dubbi e la leggenda su questo grande autore del gotico e del terrore, che forse su questa storia avrebbe potuto scrivere un ulteriore capolavoro.

 

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Volume dedicato alla “FASCIA DARK”, la rubrica più apprezzata dal pubblico. Una serie di racconti tratti da episodi veri e documentati sui più noti casi di cronaca nera che hanno segnato gli ultimi secoli.

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