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Per raccontare la follia omicida della “family”, occorre prima di tutto descriverne Charles Manson, il leader.
Criminale con la passione per la musica, Manson gode di un incredibile carisma che gli permette di circondarsi di un centinaio tra ragazzi e ragazze che prendono appunto il nome di “The family”: la famiglia. Vivono in una sorta di comunità all’interno di un ranch della San Fernando Valley e sono completamente soggiogati da Manson, considerato una guida e, per certi versi, un padre putativo. L’unico in grado di capire le loro necessità, la loro vita difficile, nonché il solo che sentono realmente interessato a tutto ciò che li riguarda.
Manson si ritiene un capo per i ragazzi, ma la sua vera ambizione è di diventare un cantautore; ha più volte tentato di farsi scritturare, ma invano.
Nessuna promessa fattagli è stata mantenuta, compresa quella di Terry Melcher, un produttore che aveva inizialmente espresso interesse per la sua musica salvo poi rifiutarsi di scritturarlo. L’umiliazione e la delusione di Manson sono tali da portarlo a progettare un’irruzione a Cielo Drive il 9 agosto 1969, proprio nella villa di Melcher.
In realtà, propone gli agguati e le successive violenze con lo scopo ufficiale di scagionare un membro della family precedentemente arrestato per omicidio, non dichiarando mai la sua sete di vendetta per lo smacco subito. È grazie a questa menzogna se i suoi adepti decidono di seguirne i piani criminosi.
Nella villa di Melcher, però, ora vivono Roman Polanski e sua moglie, l’attrice Sharon Tate, incinta di otto mesi. Manson lo sa bene perché ha avuto modo di passare dall’abitazione qualche giorno prima, ma decide di non cambiare il suo obiettivo. È accecato da una rabbiosa follia e considera quella casa il simbolo di tutti quelli che lo hanno rifiutato nel corso della sua vita.
Pertanto, l’8 agosto 1969, Tex Watson, secondo gli ordini di Manson, porta Susan Atkins, Linda Kasabian e Patricia Krenwinkel in “quella casa dove abitava Melcher”, per “uccidere tutti i presenti, nella maniera più macabra possibile”.
Quella sera Polanski non è in casa, ma con Sharon ci sono il suo parrucchiere Jay Sebring, Abigail Folger e il fidanzato di lei, Voityck Frykowski.
Intorno alla mezzanotte, i ragazzi della family si dirigono verso la villa armati di coltelli, un revolver e una corda di nylon lunga 13 metri. Giunti sul posto, i quattro tagliano i fili del telefono per impedire che venga dato l’allarme. Dopo aver ucciso un amico del guardiano, colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, gli assassini entrano nella villa e sfogano la loro follia omicida.
Tutti gli occupanti della casa vengono raggruppati in soggiorno dove inizia la strage: il parrucchiere Jay Sebring, che implora di lasciare in vita almeno Sharon Tate, perché quasi a termine della sua gravidanza, è il primo a venire ucciso. La vittima successiva è Voityck Frykowski. Stessa sorte anche per la Folger, accoltellata ripetutamente. Le ultime vittime sono Sharon Tate e il bambino che porta in grembo. Il gruppo, totalmente insensibile alle sue preghiere, la pugnala addirittura sedici volte.
Manson aveva chiesto di lasciare un segno sulla scena del crimine per cui, con uno straccio intriso del sangue di Sharon Tate, viene scritto PIG, maiale, sulla porta dalla quale il gruppo ha fatto la sua entrata violenta. Sullo specchio del bagno viene scritto “Helter Skelter”, espressione inglese che significa “confusione” o “alla rinfusa”, interpretata da Manson come “arrivo del caos” e “fine del mondo”.
Sulla strada verso casa, gli assassini si cambiano i vestiti insanguinati, gettano le armi tra la vegetazione delle colline e tornano al ranch indisturbati.
Dopo il terribile massacro di Sharon Tate e dei suoi ospiti, Hollywood è sconvolta.
Appagato dal clamore suscitato, ma non soddisfatto del modus operandi del gruppo, Mason decide di unirsi personalmente all’operazione “Helter Skelter”, in cui moriranno i coniugi LaBianca, fissata per il giorno successivo: il 10 agosto.
