La prima, vera pagina dedicata alla fotografia e alle storie nascoste dietro di essa

Elizabeth Siddal, la musa dell’800

Non lasciatevi ingannare dalla bassa qualità della foto, scattata il 1 gennaio 1860, perché nel viso di questa ragazza potete rivedere la Beatrice dantesca dipinta da Dante Gabriel Rossetti o l’Ophelia di John Everett Millais.
La giovane ritratta è infatti di Elizabeth Siddal, modella per innumerevoli capolavori del 1800.
Donna forte e passionale, Elizabeth era tanto bella quanto lontana dai canoni estetici del tempo, con un corpo magrissimo, quasi maschile, e lunghissimi capelli rossi, che allora non erano visti di buon occhio. Non rinunciò all’arte neppure dopo aver contratto una fortissima bronchite come conseguenza delle interminabili sedute a mollo nell’acqua fredda per permettere a Millais di dipingere la sua Ophelia.
Il suo compagno di vita fu uno degli stessi pittori che la ritraevano: Dante Gabriel Rossetti.
La loro unione fu tormentata e, quando anche il loro unico figlio nacque morto, Elizabeth si abbandonò alla depressione, uccidendosi con un’overdose di laudano (un mix di alcool ed oppiacei) da cui era dipendente.
Rossetti volle seppellirla con l’unico volume di poesie che aveva composto per lei, ma, anni dopo, accecato dalla droga e dall’alcool, volle recuperarli per pubblicarli. Leggenda vuole che il corpo di Elizabeth fosse pressoché intatto, con i capelli cresciuti a dismisura e la sua eterea bellezza ancora inviolata. 

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