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L’attentato al World Trade Center

Nella foto, Brian Rolford davanti alle Torri Gemelle dopo essere stato evacuato dal 105esimo piano. Scatto di Timothy A. Clary.

Prima dell’11 settembre 2001, il World Trade Center fu vittima di un primo attacco terroristico, mirato alla distruzione delle Torri Gemelle che, per fortuna, non andò a buon fine.

Non fu un attacco aereo, ma un subdolo piano che mirava alle fondamenta dei grattacieli con la speranza di provocare il collasso di una torre sull’altra.

Il 26 febbraio 1993, intorno a mezzogiorno, Ramzi Yusuf ed Eyad Ismoil, abbandonano un furgoncino a noleggio nel parcheggio sotterraneo del World Trade Center. Quello che i civili non sanno, è che il furgoncino contiene il più grande ordigno artigianale mai costruito ed è stato parcheggiato sotto le torri con il preciso scopo di farle crollare e uccidere migliaia di persone.

Alle 12:37, la bomba esplode.

La pressione è tale da provocare un cratere di circa 30 metri e l’onda d’urto causa la rottura dell’impianto idrico ed energetico, determinando un black out di onde-radio e linee telefoniche in tutta l’area di Manhattan. La struttura portante delle torri, per fortuna, regge e non causa il disastro che arriverà poi 8 anni più tardi.

Durante l’attacco si rilevano 6 decessi, mentre 1 042 persone rimangono ferite, la maggior parte durante l’evacuazione, resa particolarmente problematica dal fumo dell’esplosione.

 

 

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