Nella FASCIA DARK di stasera parliamo de “Il macellaio di Hannover” o “Il licantropo di Hannover”, ovvero di Fritz Haarmann, uno dei casi più celebri della storia, fra tutti quelli che hanno coinvolto “serial killer”. 
Sospettato di oltre 50 omicidi, Haarmann adescava con vari pretesti ragazzini che uccideva durante rapporti omosessuali, spesso azzannandoli alla gola. Completava poi l’opera disfacendosi dei cadaveri spacciandoli per carne suina. 
Tutto ha inizio nel 1918 quando Haarmann porta un ragazzo fino al suo appartamento. I due consumano subito un rapporto, ma nel corso dell’atto Haarmann si dimostra violento e irruente, fino ad azzannare la gola del ragazzo nell’apice della passione. Haarmann serra sempre di più la mascella imprigionando il respiro del ragazzo che man mano si fa più lieve. Prova piacere e inquietudine quando ingoia il sangue della sua vittima, e, quando il ragazzo esala l’ultimo respiro, si sente confuso ma allo stesso tempo soddisfatto. 
Nel 1919, a quarant’anni inizia una relazione seria con Hans Grans, un ragazzo di bell’aspetto, alto, snello e con i capelli biondi che diventerà il suo complice rivendendo i vestiti delle vittime.
I delitti continuano indisturbati, Haarmann convince ragazzi a venire a casa sua e, dopo averli uccisi durante l’amplesso, ne squarta i corpi e regala la carne ai vicini spacciandola per carne di maiale. In un periodo di crisi come quello, i regali di Haarmann sono una benedizione e tutti sono disposti a chiudere un occhio sulle sue attività sessuali e a non indagare sulla provenienza di carne e abiti. 
Questo fino al 1923. Haarmann si trasferisce per evitare di rendere troppo chiare le sue mosse, ma i nuovi vicini sospettano di lui. I secchi pieni di viscere, le buste nere che lui trascina fuori dalla stanza, i ragazzini che porta sempre con sé e tutta quella carne che regala sempre come si spiegano?
Nessuno lo sa. Nessuno osa pensare.
Fritz è un brav’uomo, generoso e, a parte il baccano che fa con le seghe e le accette a notte fonda, non dà nessun tipo di problema. Ma il sospetto rimane… 
Nel 1924 finalmente si ha una svolta: dei bambini trovano un teschio umano vicino al castello di Hannover e il fiume Leine porta a riva pezzi di cadavere. Scatta il panico in città, ma le autorità investigative placano la folla spiegando che probabilmente i resti provengono dall’istituto anatomico di Gottinga. La spiegazione è plausibile e i cittadini si tranquillizzano.
Pochi giorni dopo, però, sempre nei pressi del fiume Leine emergono altre teste. 
Ben presto si collegano i corpi emersi al grande numero di ragazzi scomparsi. 
Haarmann viene interrogato, ma è considerato troppo effeminato per essere un assassino per cui riesce in un primo momento a sviare i sospetti.
Questo finché i genitori di uno dei ragazzi scomparsi non riconoscono addosso ad Haarmann il cappotto del figlio. 
Finalmente Haarmann viene arrestato e processato. Il suo processo è spettacolare in quanto uno dei primi processi a diventare “evento mediatico” in Germania. Non esistono concetti o parole per descrivere i suoi delitti impensabili in quell’epoca e fu quindi definito “lupo mannaro” o “vampiro”, oltre che “psicopatico sessuale”. Il suo comportamento è sempre freddo e distaccato e la sua delirante follia assassina, raggiunde il suo apice quando, in seguito alla condanna a morte, chiede: “Seppellitemi al centro del mercato e scrivete sulla lapide: Qui giace Haarmann, l’omicida di massa.”